Voglio parlare di un argomento che riguarda sicuramente la maggior parte di noi: l’ansia.
Ho deciso di affrontarlo insieme alla dottoressa Marinella Cozzolino psicoterapeuta e sessuologa, presidente dell’Aisc, Associazione Italiana di Sessuologia Clinica.

La dottoressa Cozzolino precisa subito che ci sono due tipologie di ansia: quella cosiddetta positiva, produttiva e una che possiamo definire negativa perché quando ci fa star male diventa patologica. Inoltre sarebbe più corretto parlare di nevrosi d’ansia.

Fondamentale è capire il concetto di nevrosi, ossia un conflitto non consapevole, una battaglia tra quello che vorrei fare e quello che devo fare:

- ho un’ansia da prestazione per un esame, devo farlo, ma non vorrei farlo
- ho un’ansia rispetto al lavoro perché in realtà quella cosa nel lavoro non la vorrei fare.

Il conflitto che rimane interno, serve ad evitare il conflitto sociale: per non dire: “Non lo voglio fare”, accumulo un conflitto che rimane interno e si manifesta con l’ansia.
È importante cercare di capire quale è il conflitto che noi stiamo combattendo.

Abbiamo poi la cosiddetta paura anticipatoria che si presenta in assenza di un reale pericolo:
se io vedessi un lupo e dicessi ho paura, quella è paura concreta ma nella vita di tutti i giorni spesso si ha paura che possa succedere qualcosa, ma non è detto che succeda.
Siamo circondati anche da cattive notizie, situazioni negative, l’accumulo di tante notizie negative produce un’aspettativa negativa.

Vi è poi un tipo di ansia che potremmo definire positiva e si chiama ansia automatica, scatta magari durante un evento che ha un peso molto importante ed è probabile che ci procuri dei sintomi fisici, come l’ eccesso di sudorazione, tachicardia e altro.
La tensione porta ad essere più vigile, più sveglio e mette in una condizione di tensione, come un elastico teso, questa è ansia naturale, sana, che ci ha salvato dall’estinzione.
Quando invece ai sintomi fisici si associano quelli psicologici, diventa un’ansia invalidante che porta all’evitamento: evito di fare un qualcosa che mi mette ansia.
Molto frequentemente l’ansia è dovuta a un fattore importante: lo stress. È molto più facile che una persona stressata abbia l’ansia.
La massima espressione dell’ansia sono gli attacchi di panico, a scendere: tachicardia, palpitazione, spasmi della gola, difficoltà a deglutire, bocca secca, respiro corto o lunghissimo, insonnia, difficoltà ad addormentarci oppure lo svegliarsi di continuo, bisogno frequente di urinare, disturbi allo stomaco, colite, bruciore allo stomaco, difficoltà digestive etc

La dottoressa Cozzolino ci consiglia di combattere l’ansia con piccoli rimedi per distrarci: bisogna cercare di rilassarsi attraverso dei rituali mentali come ad esempio fare un elenco di cose che non ci danno ansia, fare delle passeggiate e spostare l’attenzione su altro.

Anche l’alimentazione ha un ruolo importante nella gestione dell’ansia. Molte persone soffrono di ansia anche per il rapporto con il cibo e la bilancia. Una cosa importante da fare è mangiare lentamente, apparecchiarsi per bene e concedersi del tempo.
Altro consiglio molto utile è quello di prediligere piatti che si possano mangiare quasi per forza con una certa calma come un piatto di zuppa bollente, i passati di legumi, le minestrine e le zuppe calde e morbide soprattutto di sera perché aiutano a rilassarci e sono più facilmente digeribili.
Molto utile “sgranocchiare” per scaricare l’ansia, durante il giorno quindi possono essere d’aiuto le mandorle tostate, una ciotola di pinzimonio o delle chips di verdure.
Da evitare caffé, tè, coca cola, cibi eccitanti, i fritti e tutto ciò che può dare problemi di digestione soprattutto la sera.

La dottoressa Cozzolino ,infine, ci ricorda l’importanza del magnesio considerato un rimedio naturale contro l’ansia.