Smettono di respirare per pochi secondi fino a 90 volte ogni ora di sonno e ogni notte, senza accorgersene quasi mai. E russano, tanto! Ma durante il giorno possono sentirsi affaticati e così sonnolenti da addormentarsi molto facilmente nei momenti meno opportuni. Sono le persone che soffrono della Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno (OSAS), una malattia, che secondo recenti stime, riguarda oltre 12 milioni di italiani fra i 40 e gli 85 anni, ma solo circa il 20% ne è consapevole. Non dormire di notte può uccidere di giorno perché dopo un riposo così frammentato si è inevitabilmente stanchi, assonnati, incapaci di concentrarsi, con pesanti rischi alla guida: due secondi di “disattenzione” a 50 km/h equivalgono a 28 metri ad occhi chiusi. “Se non adeguatamente curata – puntualizza la dott.ssa Ilaria Chiappini, otorinolaringoiatra, medico qualificato nei disturbi respiratori ostruttivi del sonno - fa aumentare il rischio di patologie gravi, come ictus, infarto, disturbi del ritmo cardiaco e altro. Una patologia complessa, multifattoriale ad elevato impatto sociale che interessa sia gli adulti che i bambini”.

 

Come si effettua la diagnosi

“Nel caso di sospetta OSAHS – consiglia l’esperta - il paziente deve rivolgersi a uno specialista qualificato nei disturbi respiratori del sonno. Questa particolare figura medica spesso viene ricoperta da un otorinolaringoiatra.  Viene richiesto di compilare questionari mirati (il più utilizzato è l’Epworth Scale) per valutare il grado di sonnolenza diurna. Si prosegue quindi con la raccolta dei dati antropometrici e con l’esame obiettivo otorinolaringoiatrico alla ricerca dei segni suggestivi di osahs: l’obesità, l’aumentata circonferenza del collo (43 cm nell’uomo e 41 nella donna) e dell’addome (102 cm nell’uomo e 88 nella donna), la presenza di dismorfismi cranio-facciali e le  anomalie oro- faringee. Inoltre con una fibrolaringoscopia (tubicino ottico con telecamera assolutamente indolore che passa dal naso fino ad arrivare in gola) si ricercano eventuali siti ostruenti del lume delle vie aree superiori. Il “gold standard” diagnostico è comunque affidato alla polisonnografia ambulatoriale, un esame strumentale effettuato al domicilio del paziente e condotto per tutta la notte. Esso registra diversi parametri durante il sonno: flusso aereo oronasale, ossimetria, frequenza cardiaca, movimenti toraco-addominali,  posizione corporea  e russamento. Dallo studio dei suddetti parametri si evidenzia la presenza o l‘assenza della sindrome ed il grado di gravità”.

 

I trattamenti

La scelta del trattamento dipende principalmente dalla gravità della malattia, dalla sede di ostruzione, dall’età del paziente e dalle patologie concomitanti, come il diabete o l’ipertensione, le cardiopatie o i pregressi TIA (attacchi ischemici transitori) o ictus.

  • La terapia medico comportamentale prevede in prima linea la perdita di peso nei pazienti obesi, dieta equilibrata associata ad attività fisica e i suggerimenti per un corretto stile di vita per mantenere nel tempo gli obiettivi raggiunti. I pazienti con sindrome delle Apnee Notturne devono alimentarsi in modo equilibrato la sera, al fine di ridurre al minimo gli effetti di un pasto abbondante sul sonno, ancora più rilevante in presenza di un disturbo da reflusso gastro-esofageo. Devono sospendere il fumo di sigaretta, l’assunzione di alcolici e dei farmaci con potenziale azione depressiva sul controllo respiratorio e i miorillasanti. Bisogna inoltre sottoporsi ad una corretta terapia dell’ostruzione nasale e una corretta igiene del sonno.
  • La terapia posizionale è consigliata nei casi in cui i pazienti presentano apnee soprattutto in posizione supina. In questi casi viene suggerito al paziente di mantenere, attraverso l’uso di cuscini o fasce, una posizione laterale durante il sonno.
  • Il trattamento ortodontico (mad) prevede l’utilizzo di dispositivi orali di “bite” (apparecchi ortodontici), da portare solo ed esclusivamente la notte. Essi determinano un avanzamento mandibolare e aumentano lo spazio respiratorio posteriore impedendo di fatto alla lingua di rilassarsi ed ostruire le vie aeree.
  • La terapia ventilatoria a pressione positiva durante il sonno rappresenta attualmente il trattamento di scelta per la cura dell’OSAHS ed è indicata specialmente nei casi di disturbo severo o associato a patologie o rischi cardiovascolari. Gli effetti positivi sono riscontrabili sin dalla prima notte di trattamento dal paziente stesso o dai suoi familiari. La CPAP è uno strumento che eroga al paziente, attraverso una maschera oro-nasale o solo nasale, una corrente d'aria a pressione positiva che contrasterà il rilassamento della muscolatura ed il conseguente collasso delle prime vie aeree, impedendo il formarsi delle apnee.
  • I trattamenti invasivi: la chirurgia bariatrica per gli obesi, la chirurgia maxillo-facciale per i pazienti con dismorfismi craniofacciali e la chirurgia otorinolaringoiatrica. Quest’ultima ha lo scopo di modificare le strutture, le situazioni anatomiche e la collassabilità delle vie aeree che determinano una riduzione del calibro delle stesse.